FAD versus FIP: ritorno al passato o ritorno al futuro?

fad fip
In un batter d’occhio, o quasi, i processi della formazione professionale sono stati interamente digitalizzati: erogazione, gestione amministrativa, rendicontazione, ispezioni, registrazioni. E d’improvviso aule, videoproiettori, corridoi, sedie e le vecchie cattedre dei docenti sembrano oggetti di un tempo passato.
Alla vigilia della ripartenza della formazione pluriaziendale in presenza, è opportuno presentare un bilancio della formazione FAD, della sua efficacia e del suo utilizzo massivo e pervasivo. Per fare in modo che il 1° luglio non sia una data per un ritorno al passato, ma l’incipit creativo di un nuovo futuro che faccia tesoro della positiva esperienza che è stata portata avanti nei mesi scorsi dal sistema della formazione professionale lombardo.
Tra le piccole grandi esternalità positive introdotte dal COVID figura certamente la formazione a distanza sincrona che ha consentito la continuità dell’erogazione dei servizi formativi pluriaziendali. In breve tempo enti di formazione, scuole piccole grandi, business school, atenei ed organismi chiamati a vigilare e normare i corsi (Regione. Fondi interprofessionali, Agenzie e Ministeri) hanno costruito un sistema digitale integrato che nessuno avrebbe immaginato solo qualche mese prima. Mentre in ambito scolastico i problemi sono stati essenzialmente legati al digital divide che caratterizza l’accesso a dispositivi e connettività da parte di studenti e famiglie, il mondo della formazione professionale dedicata agli adulti puo’ ritenersi nel complesso soddisfatto della grande sperimentazione avviata.
Si potrebbero fare molte considerazioni, alcune sul piano pedagogico/andragogico, altre di carattere operativo ed altre ancora di carattere economico. Ci limitiamo in questa sede, per brevità, ad una sintesi:
  1. La FAD sincrona presenta evidenti svantaggi rispetto alla FIP (formazione in presenza): (a) minore livello di interazione e comunicazione orizzontale e verticale, (b) limitato uso di metodologie didattiche a cui è possibile ricorrere, (c) minore efficacia nella didattica, (d) impossibilità di utilizzo qualora sia necessario accedere a laboratori, impianti, macchinari, (e) maggiore complessità burocratica richiesta per garantire interventi ispettivi, (f) maggiore presidio sotto il profilo del tempo da dedicare al tutoraggio
  2. La FAD sincrona presenta, tuttavia i seguenti vantaggi rispetto alla FIP: (a) riduzione costi di trasporto per beneficiari ed aziende, (b) riduzione dei tempi di trasporto per beneficiari ed aziende, (b bis) riduzioni emissioni di CO2, (c) compatibilità con piani di smartworking per utente, tutor e docente, (d) riduzione dei tempi e dei costi ispettivi per gli enti preposti, (e) riduzione costi di struttura per gli enti di formazione, (f) riduzione dei costi di pulizia e sanificazione, (g) possibilità di raccogliere iscritti superando i tradizionali contesti geografici di riferimento ovvero ampliamento del mercato.
La FAD è quindi un approccio formativo meno efficiente, sotto il profilo didattico rispetto alla FIP, ma molto piu’ vantaggioso sotto il profilo della riduzione dei costi produttivi e transazionali, del consolidamento del mercato, e presenta effetti benefici sulla concorrenza e la qualità dell’offerta.
A fronte della prossima ripresa delle attività in presenza è dunque lecito domandarsi se:
  1. le norme nazionali e regionali si limiteranno a ripristinare la situazione pre-Covid con la ripresa di una formazione in presenza obbligatoria ed un limitato utilizzo della FAD secondo le percentuali previste dalle direttive/avvisi;
  2. le norme nazionali e regionali consentiranno la libera iniziativa degli enti che potranno ricorrere, sulla base di una scelta strategica autonoma alla modalità FAD o FIP. Una scelta da fare in funzione dei contenuti, della tipologia di allievi, delle modalità didattiche, del posizionamento competitivo dell’ente e della sua collocazione geografica;
  3. le norme nazionali e regionali interverranno per garantire all’utente un’offerta uniforme definendo i valori massimi di FAD, in termini percentuali, per ogni singola tipologia di percorso formativo.
Ritengo che l’occasione sia propizia per offrire al mondo della formazione un ulteriore grado di libertà e di concorrenza, pur senza rinunciare al rigore procedurale e alle necessarie attività ispettive da parte degli organismi preposti. Ed è importante che il 1 luglio, il nuovo sistema sia chiaro, definito e pronto ad essere sperimentato. Abbiamo un mese di tempo per lavorare. A questo proposito siamo disponibili a collaborare fin da subito con Regione Lombardia ed i fondi interprofessionali per elaborare una proposta che preveda la liberalizzazione delle modalità didattiche (soluzione n.2), oppure consideri puntualmente ogni tipologia di corso erogabile, incrementando massicciamente e strutturalmente la percentuale di FAD a cui è possibile ricorrere (soluzione n.3).
Per molti corsi, che nascono da precisi provvedimenti nazionali e regionali, potrebbe essere necessaria l’introduzione di una norma nazionale omnibus o un formale accordo tra stato e regioni che autorizzi le Regioni ad intervenire autonomamente all’interno dello spazio costituzionale relativo alla formazione professionale, accelerando sull’opzione FAD.
Bisogna fare presto perche’ le imprese, l’aggiornamento delle competenze e l’innovazione non possono aspettare. E’ quindi lecito chiedere a tutti gli stakeholder con competenze regolatorie di guardare con coraggio al futuro della formazione, dando prova di scommettere sulla dimensione digitale. Riscoprendo fiducia, talento, creatività. Trasformando la crisi Covid in una vera opportunità di progresso.
Riflessioni del Direttore di ECIPA Lombardia